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Museo Guggenheim Helsinki

Helsinki (Finland). 2014

Paolo Zermani, Eugenio Tessoni.

Collaboratori: Gabriele Bartocci, Giulio Basili, Riccardo Butini, Lisa Carotti, Chiara De Felice, Francesca Mugnai.

L’arte è da sempre,per sua stessa natura,per definizione,universale.
L’arte del XXI° secolo si forma e si fonde,più di ogni altra,con la propria trasmissibilità.
Il Museo Guggenheim di Helsinky,affacciato sul mar Baltico,sarà il simbolo di questa natura del nostro tempo.
“L’arrivo dell’arte” e “La partenza dell’arte” sono i titoli delle due viste prospettiche del museo progettato,l’una vista dal mare,l’altra dalla terraferma.
Vi si scorgono i corpi di fabbrica del museo,  volumi parallelepipedi purissimi,accatastati sulla banchina del porto,quali cornici o imballaggi,slittati l’uno rispetto all’altro.
Mentre i volumi più bassi sono in legno o pietra l’ultimo volume,posto alla quota più alta,a differenza di quelli sottostanti,è di cristallo.
Di giorno quasi un colossale frammento di ghiaccio,di notte o nelle scure giornate scandinave quasi un faro.
I quattro corpi sfalsati sono collegati,all’interno,da una grande scala,che gradualmente segue lo spostamento dei volumi,realizzando una squarcio irregolare a tutta altezza, inondato dalla luce proveniente dal lucernario posto alla sua estremità più alta.
Un percorso  astratto e organico,analogo alla salita tra gli alberi di una foresta nordica,verso il cielo.ove l’arte universale trova temporaneo rifugio,casa,luogo.
La fertile doppiezza data da una vocazione cosmopolita  e da una riconoscibile identità finlandese determina così il carattere del nuovo museo. 

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