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Casa Zermani

 

Varano (Parma). 1997

Progetto architettonico: Paolo Zermani. Collaboratrice: Eva Grosso. Progetto strutturale: Carlo Castagneti.

La casa affiora dal suolo, luogo di antiche fornaci posto tra la strada, il torrente, il bosco, il castello: è appoggiata sul sedime delle fornaci a tre metri lineari dalla quota di superficie.
Una linea di crinale, rappresentata da un sentiero tracciato, collega i lembi estremi della proprietà e congiunge il castello del IX secolo posto sul vertice del bosco e la casa posta nel fondo della valle, in prossimità del torrente.
Il fulcro della casa è la biblioteca, a doppio volume e a tutta altezza, caratterizzata dal grande occhio centrale, su cui ruotano gli altri ambienti domestici.
La biblioteca ha pareti in mattoni a vista come l'esterno, a segnare il carattere di spazio non esclusivamente privato: un luogo di tutti perché luogo di libri, rivolto verso il paese.
Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, quando istituì la biblioteca di palazzo Leopardi, si preoccupò che tutti gli abitanti di Recanati potessero accedervi.
Pochi la frequentarono, forse.
Ma servì a vedere l'Infinito.
La biblioteca, che governa attraverso lo spazio del libro il rapporto tra una grandezza e un'altra, tra la struttura del pensiero e la struttura del paesaggio, è il luogo in cui la verità della casa e delle cose si raccoglie e si rivela.
Il mondo del libro, come il teatro, è la rappresentazione più completa del rapporto fra grandezze.
Chi entra nel libro cambia la scala delle cose.
I libri avvolgono lo spazio, abitato unicamente da un grande camino contrapposto all'occhio finestrato, e da un quadro di donna che legge.
L'intero spazio interno è mediato e regolato, in tal modo, dal grande occhio che osserva, assorbe e riflette il paesaggio esterno e proietta il rapporto tra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori la casa.
Anche la luce naturale si accende e si spegne, per chi sta nella casa, attraverso l'occhio, che non ha oscuramento esterno e segnala alle stanze attigue, la camera da letto e il soggiorno, l'arrivo del giorno e della sera.
Lo studio privato, che occupa interamente lo spazio anteriore al piano sottotetto, vive in simbiosi con la biblioteca e l'occhio, li illumina e ne è illuminato, vi si affaccia, li avvolge.

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