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Cappella sul mare

Marsascala (Malta) 1989

Paolo Zermani. Collaboratori: Bianca Maria Bergonzi, Marco Longinotti.

Fotografie: Mauro Davoli

La pittura francese tra Ottocento e Novecento usa spesso l'inquadratura di un interno domestico con finestra. Dalla finestra, attraverso il telaio a croce, si vede in lontananza il mare. Ho ricordato quell'immagine, che doveva essere su una parete di casa nella mia adolescenza, arrivando a Malta nel 1989. La costa maltese assume spesso i tratti d'una prepotente scultura rocciosa dentro cui sono scavate, dal lavoro umano, le saline. La roccia è così trasformata dall'uomo in una sorta di macchina, straordinariamente naturale e straordinariamente artificiale, ove l'acqua del mare si deposita, per poi ritrarsi e lasciare l'essenza, il sale. Questa combinazione equilibrata tra naturale e artificiale è ora accompagnata dalla costa tutta artificiale realizzata con le scogliere-frangiflutti, composte da grandi cubi di calcestruzzo armato chiaro. Sennonché questi cubi, qui, appartengono quasi alla sfera del naturale per quel loro combinarsi e apparentarsi con le case dei pescatori, cubiche anch'esse e di pareti cieche, soprattutto verso il mare. I maltesi sono un popolo di grande religiosità: è una attitudine mistica praticata non solo nelle chiese, sempre affollate, ma di fortissima diffusione negli atti e nei riti quotidiani, celebrata con una ritualità laica, quasi pagana. Gli autobus maltesi sono il ritratto più evidente di questa devozione extraliturgica, colorata e popolare: portano spesso al proprio interno nicchie e statue di Santi e della Madonna, addobbi, iscrizioni sacre. Esiste un confine non definibile fra celebrazione ufficiale e celebrazione personale, o addirittura collettiva, praticata quotidianamente. Appena dentro la città antica ho scoperto la Decollazione di San Giovanni che Caravaggio dipinse durante un suo soggiorno sull'isola nel 1608. I colori assoluti di Caravaggio trovano accentuazione nei toni crudeli della luce dell'isola. Il tema della decapitazione, la debolezza umana nelle mani dell'esecutore che porta il peso del proprio peccato, il corpo del santo decapitato, creano una condizione di tragico equilibrio. L'interna armonia del quadro assume ragione in una sorta di sbilanciamento, legato all'episodio dipinto e ai suoi significati, che regge un equilibrio straordinario e quasi instabile. La legge compositiva che governa l'interna rappresentazione corrisponde alla necessità di rendere sulla tela un atto non armonico, l'atto drammatico dell'esecuzione. Disarmonie, queste, di cui Caravaggio fa uso per costruire il senso più profondo del soggetto. La Cappella sul mare a Malta è progettata secondo uno schema da leggersi in sezione trasversale: un cubo irregolare in cui il piano di calpestio è costituito da una scala in discesa dalla scogliera verso il mare. L'edificio è completamente aperto sui due lati che afferiscono la terra e il mare e completamente chiuso sugli altri due. All'interno, scendendo il piano gradonato, si raggiunge una croce di dimensione analoga all'invaso della cappella, posta in opera con un leggero disassamento longitudinale, cosicché la croce appare piegata. La scalinata è anche il luogo per la sosta e la meditazione mentre il mare si offre come fondale della croce, oltre che come concreto elemento compositivo dello spazio fisico interno, perché invade periodicamente l'architettura. Il cubo, comune alle case tradizionali dei pescatori maltesi, quasi prive di finestre, assume così all'interno la dimensione spaziale di una grotta, un anfratto naturale a cui si arriva attraverso una discesa analoga a quella di un imbarcadero, quasi attraverso battesimale immersione. La vita all'interno è regolata dall'acqua marina e dalle sue intermittenze: come nelle saline che l'attorniano, scavate sugli scogli, che vivono quotidianamente la peregrinazione temporanea, regolata dall'uomo, dell'acqua dall'invaso alla costa. Se si giunge dall'acqua il principio di lettura può essere ribaltato: in questo caso la Cappella è un punto di attracco, attraverso il quale si accede alla terra. Quindi dalla costa la Cappella è una finestra sul Mediterraneo, mentre dal mare è una sorta di arco sospeso sull'acqua da cui si raggiunge la costa.

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