Sistemazione di Piazza Cittadella
Verona. 2000
Paolo Zermani.
Con Maria Grazia Eccheli, Riccardo Campagnola.
Collaboratori: Giovanni Cerfogli, Daniele Della Valle, Giovanna Maini, Franco Rebecchi.
"Ai veronesi non si può non dar lode per aver così ben conservato un tal monumento” - scrive Goethe a proposito dell'Arena il 16 Settembre 1786 durante il suo “Viaggio in Italia” - “E ' stato costruito con certo marmo rossiccio che gli influssi atmosferici riescono però a corrodere; per questo a tempo opportuno si sostituiscono i gradini deteriorati,che hanno quasi l'aspetto di nuovi.
Un'iscrizione ricorda un Hyeronimus Marmoreus e la sua straordinaria sollecitudine per la conservazione di questo monumento.
Delle mura esteriori non rimane in piedi che una parte – dubito anzi che esse siano mai state perfette...”.
Osservando una pianta di Verona si può notare che il vuoto di Piazza Cittadella, segnato dalle fortificazioni viscontee, è l'unico a possedere ancora le dimensioni per concepire uno spazio architettonico in grado d'avere un rapporto dialettico con l'Arena.
A sua volta il carattere della città è ancora, nonostante tutto, in quel suo esprimersi archeologico, compiuto e incompiuto, di permanenza e di rovina e in quel sostare ove il fuori scala del monumento, continuamente mantenuto e rinnovato, comanda il principio di ogni misura.
La vocazione al teatro non appartiene solo all'Arena. Anche Piazza Cittadella è luogo di rappresentazione, dal 1841 al 1843 : un teatro ligneo vi si eleva per 8 metri dotato di cavea scoperta.
Il progetto presentato prevede una sistemazione di superficie capace di stabilire (a fronte di un tema prosaico come quello rappresentato da un grande parcheggio) un raccordo forte'e atteso con il divenire della vicenda veronese e di confermarne il carattere.
Un recinto murario composto sui tre lati ( Via Cittadella, Via Montanari e lo stradello tra Via Cittadella e Vicolo Ghiaia) e tagliato, come sezionato, verso la Villa e l'Adigetto, definisce uno spazio aperto su differenti livelli, quasi uno stadium, che si impone al vuoto esistente e si arrende alle preesistenze costruite e al Giardino della Villa.
Il recinto interrotto insegue un quadrato ideale con le mura poste a poca distanza.
Al suo interno potranno svolgersi attività culturali, spettacoli, mercati, gioco: uno spazio quotidiano al servizio delle scuole poste lì vicino e della città storica. Il recinto è accessibile da tutte le vie che lo racchiudono e può essere continuamente attraversato: su Via Montanari, in particolare, si costituisce come spazio coperto per la sosta e l'attesa dei mezzi di trasporto pubblico.
Qui è collocata la biglietteria del parcheggio sotterraneo.
Il parcheggio è disposto su due livelli interrati (a quota -50,80 e -53,85) ed ha accesso e uscita veicolare dal lato Sud della Piazza tramite rampe indipendenti a senso unico di marcia.
Una rampa eventuale (secondo accesso) è prevista nell'angolo sud-est per le auto provenienti da Via Montanari. Gli accessi veicolari sono predisposti per essere dotati di barriere con emettitrice di biglietti e lettore di tessere magnetiche collegate con l'impianto centrale di gestione parcheggio.
L'accesso pedonale principale è ubicato in prossimità dell'angolo Nord-Est del parcheggio ed è dotato di due ascensori secondo norma che collegano i piani interrati al piano terra e alla zona servizi. Due ulteriori uscite di sicurezza sono poste sul lato Sud. Il piano a quota -53,85 ospita 240 posti auto, il
piano a quota -50,80 ospita 250 posti auto. In totale il parcheggio ospita 490 posti auto di cui 10 posti riservati ai disabili.
Il corpo emergente e la pavimentazione sono costruiti in pietra rosa di Prun a spacco di cava, il materiale della città, lo stesso che Goethe vedeva corroso, spesso sostituito e oggetto di una tessitura interrogativa, incompiuta o diruta.