Padiglione a Noceto
Noceto (Parma) 1998 - 1999
Progetto architettonico: Paolo Zermani. Collaboratrice: Giovanna Maini. Progetto strutturale: Carlo Castagneti.
Fotografie: Mauro Davoli
David Caspar Friedrich dipinge, nel 1805-6, due piccoli quadri fondamentali per la comprensione del suo lavoro: La finestra destra e La finestra sinistra dello studio d'artista.
Da quelle finestre, dalla sua casa, la percezione del paesaggio è filtrata attraverso il punto di vista offerto dal serramento a croce, che ne diviene cornice ed elemento d'ordine, un ordine, per Friedrich, anche divino.
Questa questione del punto di vista, per l'artista tedesco termine di osservazione del paesaggio intonso ottocentesco, è fondamentale oggi nella condizione occidentale, in cui interferiscono sull'orizzonte elementi incongrui.
Ci sono oggetti e panorami che si trasportano, dentro cui si può guardare e tali sono oggi spesso le architetture che possiamo costruire e pensare, come i panorami sottovetro.
Il padiglione è ricavato in luogo di una piccola rimessa e rispetta l'ingombro planimetrico e le cubature preesistenti.
La costruzione, appendice alla casa di abitazione esistente, può essere pensata come una macchina per guardare il paesaggio.
I due fronti a est e a ovest sono completamente chiusi, il fronte a nord, rivolto verso l'ingresso alla proprietà e la ferrovia, è completamente aperto, il fronte a sud, rivolto verso il paesaggio agrario e la collina, è diviso in due parti, l'una chiusa, l'altra aperta in forma di una grande finestra crociata.
L'interno è diviso da un solaio nelle parti corrispondenti al muro ed è a tutta altezza nella parte corrispondente alla finestra, ove è collocata la scala che collega i due livelli.
Chi cammina nel paesaggio coglie l'edificio come un parallelepipedo diviso in due, per metà murato in mattoni a vista di diverse tonalità cromatiche, per metà aperto in una grande finestra che consente di osservare l'interno e, in trasparenza, addirittura la ferrovia e il piccolo casello posti poco lontano.
Chi sta all'interno vede, nelle campiture della grande croce in ferro, frammenti della prima collina e, in distanza, l'Appennino.