Chiesa di San Sisto
Perugia. 1999
Paolo Zermani.
Con Mauro Alpini, Fabio Capanni, Giacomo Pirazzoli, Fabrizio Rossi Prodi.
Collaboratori: Patrizia Alberini, Riccardo Butini, Giovanna Maini, Valeria Ronchini.
Liturgista: Roberto Tagliaferri.
Nel Peter Camenzind, del 1904, Hesse fa cercare al protagonista, in viaggio tra Toscana e Umbria, la maturazione al rapporto tra Paesaggio e Cultura, Natura e Pensiero, sullo sfondo del mito di Francesco, che il paesaggio italiano ancora consente.
Chi in Perugia ha guardato dalla finestra della Biblioteca del Convento di Monteripido, anche oggi, verso valle, può vantarsi di aver presente quell'antico equilibrio, che potremmo chiamare ecologia della mente.
Oggi l'identità della Città di Perugia, e di questa sua parte periferica in cui la Natura convive, non facilmente, con la recente industrializzazione, è riassunta negli strati sovrapposti della Collina, dei quartieri privi di senso, degli stabilimenti di fondovalle tra cui campeggia la fabbrica dei baci Perugina.
È da chiederci come questo stesso paesaggio possa confluire nella matrice di una chiesa nuova e rappresentare l'esistenza di una Comunità.
L'impianto generale si regge sull'equilibrio fissato da quattro direzioni: una croce impaginata sul pendio a sostenere i percorsi, gli edifici, gli spazi aperti e a ordinarne la sequenza.
Lungo il braccio minore, nella parte più alta dell'impianto, sono collocate la Chiesa principale e, interrata, la Chiesa feriale. Lungo il braccio maggiore della croce sono disposte la Casa parrocchiale e i locali per le attività pastorali e di solidarietà, oltreché la grande piazza gradonata che costituisce il sagrato, per poi proseguire fino a raccordarsi con l'area verde di proprietà della parrocchia e fondersi con essa. I percorsi esterni, braccia della grande croce d'impianto, legano le funzioni poste alle diverse quote di progetto sul pendio attraverso un chiaro percorso connettivo, stabilendo le gerarchie necessarie a un organismo semplice in cui la vita della Comunità si specchia e si raccorda al carattere fisico e culturale del paesaggio.
La Chiesa principale è rivolta verso valle e al sagrato si giunge lateralmente, percorrendo una delle braccia minori della croce, scoprendo uno spazio delimitato dall'edificio della parrocchia e della comunità, o da sotto, in un percorso processionale che dal parco porta fino al Tempio.
La Chiesa è a pianta quadrata, abitata da colonne a tutta altezza, che definiscono un deambulatorio sul perimetro dell'aula. Una grande finestra quadrata, in copertura, illumina dall'alto il centro, ove stanno l'altare, l'ambone, il fonte battesimale a immersione.
Il percorso liturgico della chiesa si basa quindi, all'inizio, sul percorso ascensionale dal sagrato all'edificio posto in sommità e sul valore, appunto, iniziatico che tale itinerario induce. Varcando la soglia dell'edificio, ancora una struttura centrale simbolica segna l'asse battistero-altare-ambone, ove i tre elementi si radunano, insieme al cero pasquale, variamente disposti, sul limitare della centralità, illuminata dal grande lucernario.
Anche in senso verticale il percorso simbolico è evidente, perché la fonte di luce esercita il ruolo un tempo delegato alla cupola, esibendo una reale rappresentazione del cielo, almeno di un frammento di cielo.
Gli spazi della canonica e della comunità sono collocati su quattro livelli a lato della piazza gradonata, distribuita da un impianto interno che replica l'idea della croce. La zona penitenziale è qui ricavata realizzando due zone aperte sulla Chiesa feriale, se pure riservate, divise da un corridoio (il braccio maggiore della croce distributiva interna) in fondo al quale un'apertura verso il sagrato consente simbolicamente di vedere la Luce.
La parte basamentale della Chiesa principale, la casa parrocchiale e della comunità, nonché la pavimentazione del sagrato e dello spazio gradonato, sono realizzati in pietra Carnagione, la pietra di Perugia. In sezione questo grande elemento unitario di base petrosa, che collega quote diverse, rammenta il
principio di una sostruzione, propria dell'identità della città.
La parte superiore dalla Chiesa principale, che si sviluppa verso la sommità illuminata dal grande occhio, è realizzata in mattoni, come fabbrica non finita verso il cielo, ove alloggiano le campane.
Una croce si coglie salendo, anche in alzato, fissata verticalmente dalla via che collega il basso e l'alto, definita orizzontalmente dal variare del materiale e della collina.