top of page

Biblioteca di Umanistica in Piazza Brunelleschi

Firenze 2007

Paolo Zermani.
Con Greta Croci, Giovanna Maini, Paolo Osti, Roberto Panara, Eugenio Tessoni.

Nel film “Paisà” (1946) di Roberto Rossellini, il Corridoio Vasariano è capace di tenere insieme, come un filo vitale sopravvissuto ai bombardamenti, i monumenti e i luoghi di Firenze costruiti in epoche diverse, in uno stato quasi sovratemporale.
Le sequenze ci mostrano la corsa dei protagonisti dentro la Galleria, attraverso la città coperta di macerie e ricucita dalle viste sui monumenti, da Ponte Vecchio alla Cupola.
Il tema tipologico del Corridoio, inteso come Galleria urbana, trova così nel carattere di Firenze, anche nei suoi momenti estremi, una prepotente e insieme sottile conferma.
Il sistema insediativo posto a tema del concorso per la nuova Biblioteca di umanistica in Piazza Brunelleschi a Firenze, appoggiato al fulcro gravitazionale della Rotonda brunelleschiana, è variamente sfrangiato tra gli antichi chiostri e le aggiunte successive tra cui, in primo luogo, l’Istituto di Costruzioni, affacciato sulla piazza, e l’addizione fagnoniana, posta sull’estremità posteriore adiacente alla Via degli Alfani.
Il progetto presentato propone la costruzione, in luogo dell’attuale Istituto di Costruzioni, di un corpo di fabbrica parallelo alla manica esistente tale da realizzare un sistema di sosta e di accoglienza configurabile come accesso alla Biblioteca.
Il nuovo edificio appare come scavato al suo interno nel lato rivolto verso la Piazza e la Rotonda del Brunelleschi: uno spazio freddo, quasi una strada interna o Galleria, su cui si affacciano e da cui si scorgono gli scaffali dei libri.
La Biblioteca è quindi visibile dalla piazza e vi appare, protendendosi verso di essa, accogliendola.
Il progetto della piazza è, in tal modo, risolto dall’architettura stessa dell’edificio che oltre a introdurre, attraverso la Galleria dei libri, al sistema bibliotecario, sviluppato sui successivi antichi chiostri e sul pozzo librario, consente di ricavare un vuoto importante fra le due maniche che si protendono (la esistente e la nuova) quale importante spazio di relazione.
La Galleria dei libri collega, in questo caso, non tanto dei luoghi chiusi, ma uno spazio aperto urbano, la piazza, e un sistema chiuso e complesso, i chiostri e le aggiunte.
La facciata sulla piazza della nuova manica è in tal senso, un vuoto, quasi una sezione, a rivelare la propria interiorità preziosa e a disporsi nel senso dell’invito a percorrere lo spazio.
Le dimensioni del corpo di fabbrica e quindi della testata rivolta verso la piazza, in pietra forte di Firenze, sono esattamente identiche a quelle della manica esistente e parallela.
L’apertura si contrappone alla chiusura, il vuoto accessibile al chiuso.
Medium spaziale, il nuovo corpo è la chiave, anche distributiva, per la comprensione del sistema successivo, restaurato, ristrutturato e integrato.
La nuova Biblioteca umanistica andrà ad occupare gli spazi restaurati degli antichi chiostri del Monastero di Santa Maria degli Angeli e le sale del nuovo edificio sulla piazza. L’articolazione dei volumi edilizi evidenzia le differenti destinazioni d’uso delle parti: la grande Galleria è l’ingresso monumentale alla
biblioteca, il volume chiuso del pozzo librario contiene i libri più antichi e preziosi, l’edificio dell’architetto Fagnoni, innalzato di un piano e completamente rivestito in pietra, è la rinnovata sede dei tre dipartimenti. Al piano terra sono stati posizionati i servizi ad accesso pubblico: informazioni, guardaroba, bookshop. In particolare, per quanto riguarda gli spazi espositivi e seminariali e la zona riservata al bar, si è pensato di collocarli accanto alla corte interna con la possibilità di essere serviti da un proprio accesso indipendente su via degli Alfani.
La biblioteca vera e propria, che prevede soprattutto spazi a scaffale aperto, si colloca al primo piano, intorno ai chiostri, e lungo la Galleria.
Gli scaloni della biblioteca si aprono sulla zona di accoglienza con le aree di lavoro del personale a servizio degli studenti per informazioni, registrazione dei prestiti, servizio di fotocopie, mansioni di controllo.
Questa zona si costituisce letteralmente come “cerniera” tra la zona di arrivo e quelle di consultazione ed esposizione.

La biblioteca prevede che parte delle raccolte siano collocate in scaffali aperti al pubblico con la possibilità da parte degli utenti di accedervi direttamente. Questa zona accessibile agli studenti è organizzata come una sequenza di grandi sale, scandite dal ritmo regolare delle scaffalature e dei tavoli.
Dagli spazi dell’antico complesso di Santa Maria degli Angeli è possibile accedere al volume del pozzo librario e alle tre ampie sale di consultazione affacciate sulla corte posteriore. Altre due sale, di cui una riservata alla consultazione di materiale raro e prezioso, sono state pensate ai piani secondo e terzo.
I Dipartimenti saranno invece collocati nell’edificio costruito da Fagnoni: al piano terra il dipartimento di Scienze dell’Antichità, al piano secondo il dipartimento di Linguistica e al piano terzo il dipartimento di Studi su Medioevo e Rinascimento. Le due ali principali parallele, che ospitano su un lato gli uffici amministrativi e sull’altro gli studi dei docenti, sono collegate da una grande sala, che ai piani primo, secondo e terzo funziona come sala studio di pertinenza dei dipartimenti.
I due sistemi, biblioteca e dipartimenti, vivono autonomamente, avendo accessi e spazi ben definiti.

bottom of page